L’ipnosi Ericksoniana si caratterizza per un approccio pragmatico basato sulla identificazione e la modificazione dei modelli disadattivi.

L'approccio ericksoniano si basa fondamentalmente sulla premessa che le risorse necessarie al cambiamento dei modelli siano insite nelle storia esperienziale della persona, e fra di esse viene considerata fondamentale la trance ipnotica intesa come esperienza in grado di potenziare significativamente l'identificazione, l'estrazione, la ristrutturazione e l'attivazione di tali risorse. Uno dei principali vantaggi dello stato di trance è che esso può destrutturare uno schema rigido e costrittivo e permettere una successiva ristrutturazione di esso che sia più consono alla realtà esperienziale del paziente, data anche l’aumentata ricettività alla comunicazione caratteristica dello stato ipnotico.

In tale contesto l’ipnoterapia ericksoniana può operare autonomamente rispetto alla mente conscia ed è in grado di generare profondi cambiamenti.

Pertanto, piuttosto che considerare il contesto della relazione ipnotica come caratterizzato dal fatto che vengono inoculate suggestioni in un recipiente cognitivo passivo, la terapia ipnotica ericksoniana concettualizza la trance come un procedimento nel quale i processi consci dei pazienti sono messi momentaneamente di lato, permettendo così alla mente inconscia di generare significative esperienze di evoluzione della mappa cognitivo-comportamentale del mondo del paziente.